Al fine di rendere ottimale l’attivazione del contesto esterno che di fatto incide, secondo la ricerca internazionale, per l’80% sul risultato scolastico degli studenti, è necessario regolamentare la mole dei compiti assegnati per casa.

Lo scrivente, pur nel riconoscimento dell’autonomia e indipendenza dell’insegnamento, come dall’art. 33 della costituzione, ritiene necessario ed urgente sensibilizzare il personale docente, anche alla luce di tre Circolari del MIUR e degli orientamenti che nel tempo hanno caratterizzato numerosi ministri della pubblica istruzione.

Si richiama in particolare l’attenzione del personale docente sulle seguenti disposizioni normative:

• La C.M. n. 6 del 20.2.1964 indica che i compiti a casa sono “particolari forme di lavoro indispensabili per la formulazione dei giudizi che la scuola è tenuta ad esprimere” i quali si contemperano con “l’esigenza di dosare opportunamente il lavoro a casa” ;

La C.M. n. 431 del 30.10.1965 la quale precisa che “Un sovraccarico degli impegni di studio nuoce alla salute dei giovani” e che l’assegnazione dei compiti a casa deve tener conto della “necessità di contemperare le varie e non sempre concordi esigenze delle famiglie” ;

La C.M. n. 177 del 15.5.1969 indica che “va considerato che nelle giornate festive moltissime famiglie italiane trovano l’unica occasione di un incontro dei propri membri”. Tale nota ministeriale, tutt’ora vigente, dispone che agli alunni delle elementari (primaria) e medie (secondaria di primo grado) “non vengano assegnati compiti a casa per il giorno successivo a quello festivo”.

Lo stesso Ministro Giuseppe Fioroni con dichiarazione del 2008, mai smentita dai successivi responsabili del dicastero, riferiva che i “i compiti dovrebbero essere svolti prevalentemente in classe, in modo che i ragazzi possano interessarsi anche ad altro”.

Si vuole qui prestare particolare attenzione al Tempo Pieno nella Primaria, in quanto è doveroso ricordare che questo si svolge in n. 40 ore settimanali e che, per la particolare età degli alunni, i compiti a casa dovrebbero essere un’ eccezione e non la consuetudine.

Ne consegue che è intenzione di questa Dirigenza promuovere negli Organi Collegiali, titolari della didattica, a che i compiti a casa, nel Tempo Pieno, non siamo una regolarità e che ogni equipe educativa ne concordi tempi e modi con le famiglie nelle sedi opportune.

In particolare si rammenta che lo sviluppo cognitivo deriva dalle numerose esperienze che l’alunno vive e in particolare queste ultime, nel periodo delle vacanze, possono arricchirsi con viaggi e attività svolti con la propria famiglia o semplicemente relazionandosi con i propri coetanei.

Alcuni studenti potrebbero approfittare del maggior tempo libero, per viaggiare con l’immaginazione all’interno delle pagine di un libro, altri magari catturati dal fascino del cinema o semplicemente da una serie televisiva.

Per non parlare delle numerose attività che si possono coltivare nel tempo libero, che spaziano dagli interessi scientifici a quelli culturali, artistici e sportivi.

Lo stesso orientamento vale per il Tempo Prolungato alla scuola secondaria di I grado, che avendo tempi più distesi, consente l’assegnazione dei compiti a casa, ma non in modo esagerato e in sovraccarico. Ricordo che questa Dirigenza aveva emanato apposita circolare con la quale, in tema di peso degli zaini dei minori si chiedeva precisamente ed espressamente di calendarizzare le materie di studio; tale disposizione era pensata anche in riferimento al fatto che non è pensabile esporre ad eccessivo lavoro a casa gli alunni.

Si esortano infine i coordinatori di classe a monitorare il carico dei compiti a casa assegnati dai singoli insegnanti, in modo da non rendere eccessivamente gravoso il lavoro degli studenti e di prevenire fenomeni di disaffezione allo studio.

IL DIRIGENTE SCOLASTICO Dott. Bruno Lorenzo CASTROVINCI Firma autografa omessa ai sensi dell’art. 3 D.lgs. n. 39/1993

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Cir. n. 170 - Compiti a casa
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